Lo sogni per anni, ne parli con gli amici, vedi l'entusiasmo crescere e lo organizzi per tempo.
Ti siedi in un angolo e aspetti che questi mesi freddi vadano via con calma, ti godi l'attesa come se quell'intervallo facesse già parte del viaggio, ne fosse un ingrediente importante.
Poi puntualmente arrivano i problemi.
Di quelli che non puoi controllare e prevedere, che ti fanno rodere il fegato e pensi che non ci puoi rinunciare ora. Dovrai fare qualcosa per rimettere tutto in bolla, dopo aver assorbito il colpo e capito in che direzione andare. Pensare di incontrare gli amici in autostrada in un'assolata giornata di fine maggio per abbracciarli e lasciarli in custodia un pezzo di cuore da portare sull'isola è un'ipotesi che la mente si rifiuta di prendere in considerazione.
Ancora cinque mesi, non pochi. Tante cose cambiano in un giorno mentre a volte rimangono identiche a loro stesse per anni.
Come la strada che improvvisamente si inerpica su un rilievo dopo aver attraversato il fondo valle a lungo e sembra dirti con tono di sfida "adesso è il momento di girare quel polso". Troppo facile dondolarsi tra le curve con un filo di gas, superando un km dopo l'altro e lasciandosi alle spalle i cartelli a tempi cadenzati. Troppo facile pensare ad altro, mentre affianco sfilano case sparse spesso simili tra loro.
Poi, senza preavviso, la strada ti chiede impegno, attenzione, precisione... manico.
Non si può rinunciare a delle curve in salita fatte bene, sai che palle andare solo sul dritto. Così come non si può rinunciare ad un progetto covato tanto a lungo.
Sul quel traghetto per Douglas la mia moto ci sarà... non ci posso rinunciare.
Gianni