Man...il viaggio

la costruzione di un sogno.... diario di un viaggio sperato sull'isola dei gatti senza coda, in sella alle nostre motorette inglesi

venerdì 12 novembre 2010

Triskelion... modus vivendi



I simboli hanno il potere di trasformare il linguaggio parlato e scritto, sono in grado di rappresentare in forma immediata quello che le parole a volte non permettono di esprimere, assumono caratteri che trascendono la vita reale, tant’è che i primi simboli comparsi sulla terra hanno sempre un’origine ascetica/prereligiosa.
Uno di questi è senza dubbio il triscele, il curioso simbolo che ricordiamo per averlo visto spesso associato all'Isola di Man o alla nostra Sicilia.
il triscele da “tri” e “skelos”, tre gambe, che ruotano come in una spirale affonda la propria origine antichissima in Europa, nell’area mediterranea in particolare, ma pare aver un riferimento alla simbologia orientale ed al Dio Baal, incarnazione del Sole.
Si tratta di un simbolo che ha attraversato la storia, affacciandosi a fasi alterne sugli elmetti e sugli scudi degli Antichi Romani, degli Etruschi e dei Greci, probabilmente finendo per essere esportato sui vasi e sui decori di tutta Europa.
Mentre a sud del continente il triscele legava relazioni e popoli del mediterraneo all’area del medio oriente, è curioso notare che a nord lo stesso simbolo aveva un’evoluzione indipendente. I celti infatti ne attribuivano un significato di eternità e di rinascita, utilizzandolo soprattutto delle arti figurative nelle zone dell’attuale Gran Bretagna e Irlanda.
Probabilmente non esiste una chiara origine di questo simbolo, forse è insita nella natura stessa dell’uomo se popoli lontani e spesso privi di contatti hanno avuto la necessità di raffigurare l’evoluzione, la vita e il Divino nella stessa maniera: dando un senso rotatorio ad una parte del corpo umano nella circolarità della vita e della morte.
Alcuni attribuiscono ai Normanni il compito di aver esportato sull’Isola di Man quel simbolo che in Sicilia è utilizzato dal III sec. AC altri invece ad Alessandro III° di Scozia, sovrano anche dell’isola, sposato con la sorella della Regina di Sicilia. Anche se, come detto, a quelle latitudini già conoscevano il triscele fin dai tempi dei vichinghi e di Odino.
Che abbia risalito l’Europa per essere adottato dai Mannesi o che si sia diffuso in seguito alle scorribande dei popoli del Nord nel bacino del mediterraneo poco importa anzi, la misteriosa origine ne accresce anche il fascino.



Sull’Isola è rappresentato un po’ ovunque, dal faro del porto alle banconote, dai caschi dei moderni guerrieri del TT, al traghetto che riporta verso casa: Ha la particolarità di essere sempre simmetrico, da qualsiasi punto si osservi, ma mai se è uguale a sè stesso: a volte ruota in senso orario, altre in un senso antiorario, in alcuni la coscia più in alto corrisponde al mezzogiorno, in altri alle 11.30 o alle 10.00; in alcuni il ginocchio è piegato con un angolo di 90°, in altri a 60°, in altri ancora a quasi 120°; in alcuni la calza che ricopre le gambe e gli speroni sono diversi tra loro.
Ciò che li accomuna è la costante presenza del motto dell’Isola in latino, altro particolare legame al mediterraneo, quel “Quocumque Jeceris Stabit” che significa “Ovunque lo si getti, resterà in piedi”. 
Fermo come un pilastro, posto a sottolineare la tempra ed il carattere delle genti di Man.


Gianni

3 commenti:

Aengus il Vagabondo ha detto...

L’essenza del ternario, la tripartizione mistica e magica dell’uomo indoeuropeo, dell’Uomo, -in piedi - di fronte al caos della distruzione, di fronte al kosmos ordinato ed armonico, divino...

Salute, Amicomio...

Mr. Noisy ha detto...

l'uomo in piedi tra le rovine...credo di riconoscere letture comuni Amicomio ;)

Aengus il Vagabondo ha detto...

e...più importante ancora, riconosci...Amicituoi....

;-)